Immortalato nei racconti fenogliani, S. Benedetto Belbo prenderebbe il nome da un monastero dei benedettini, provenienti dall’abbazia di Santa Maria di Castiglione nei pressi di Parma, fondato poco dopo l’anno Mille (1035).

Il microclima locale dovuto all’altitudine collinare (636 m s.l.m.), alla presenza del torrente Belbo e all’esposizione hanno favorito lo sviluppo di una quercia sempreverde (Quercus crenata), e altre comuni rare singolari piante nel sottobosco.

Resti del passato medievale di S. Benedetto Belbo sono le strutture appartenenti alle mura urbiche, erette nel corso del XV secolo. Quel che è visibile oggi è composto dai resti di una porta e da un breve tratto di cortina muraria. La porta presenta un arco a sesto acuto con conci in pietra da taglio; il concio di chiave è decorato con uno scudo a bande diagonali. Le mura sono realizzate con muratura di pietre a spacco, grossi ciottoli ed elementi lapidei sbozzati.

Le quattro aperture sono state realizzate in tempi recenti.