Inserita sulla sponda sinistra del fiume Bormida si eleva, pittoresca tra gli alberi, la pieve di S. Maria dell’Acqua Dolce. Conosciuto comunemente con il nome di “Madonna di San Biagio”, il santuario, molto caro ai monesigliesi, vede la sua costruzione a cavallo tra il X e l’XI secolo (è più volte citata nei diplomi ottoniani come “plebs de Langa”).
Datazione: fine X – inizio XI sec.
Lo stile costruttivo è quello romanico arcaico e l’edificio si presenta in eccellente stato di conservazione, specialmente in seguito a recenti lavori di restauro. La facciata è a capanna, con archetti pensili intervallati da lesene, che si prolungano anche nella sezione sommitale del claristorio.
Concludono l’edificio tre absidi semicircolari, anch’esse decorate con archetti pensili; quella centrale presenta anche una serie di logge cieche. L’interno si presenta a tre navate, sostenute da pilastri, riplasmato in epoca barocca.
I lavori di restauro hanno inoltre portato alla luce pregiati affreschi romanico-bizantini posti sull’abside centrale, risalenti probabilmente al XII secolo e raffiguranti un Cristo Pantocratore circondato dai simboli dei quattro Evangelisti. Sulla parete destra si può invece ammirare una Madonna con Bambino circondata da San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate (risalente verosimilmente al XV secolo).
La pieve di Monesiglio, inserita con armonia e suggestione all’interno di questa parte di vallata, rappresenta una fra le costruzioni più significative per le qualità architettoniche e artistiche, dando forma a un contesto paesaggistico di eccezionale bellezza.