- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Foto storiche e recenti di un pantano di Monteu Roero e immagine che dimostra l’antico lavoro delle donne del Novecento presso queste pozze d’acqua per lavare i panni di famiglia.
Voi umani siete bravi solo a compiere catastrofi. A volte spargete fiumi di sangue e dolore con le armi, altre volte mandate in rovina la vita di intere generazioni di animali e vegetali senza nemmeno accorgervene. Pensate di poter distruggere tutto? Di poter prendere in ostaggio tutto ciò che volete? Anche le forze della natura… come me?
Io sono l’Acqua. Mi avete ribattezzato acqua potabile e vi siete abituati a vedermi scorrere dal rubinetto, imbrigliata nei vostri castelli di ferraglia, plastica e cemento. Ma io sono l’Acqua, senza di me le vostre Rocche non avrebbero nessuna forma e i frutti della terra non sarebbero niente. Le vostre colline così amate sarebbero deserto…
Fino a cent’anni fa mi avete offerto la possibilità di assumere molte forme di cui pochi fortunati hanno memoria. Uomini e donne mi raccoglievano in grandi cisterne nelle loro cascine e poi mi liberavano per dissetare la terra nei giorni secchi e per cucinare. Nella cascina in cui Antonina fu bambina scendevo sui tetti come pioggia e finivo in una vasca di tre metri.
Molti attingevano dai pozzi con corda e secchiello – solo al bisogno – e io dal fondo salivo portando odore di fresco e mistero di buio. Ne ho nostalgia. All’inizio degli anni ’50 in frazione di San Bernardo di Monteu Roero e Ceresole Natalina fu sorpresa quando installarono una pompa sommersa nel pozzo, per portare l’acqua direttamente in casa. Fui sorpresa anche io.
In quegli anni quando volevate bere acqua buona e fresca venivate a cercarmi nel bosco, alle sorgenti, all’Orfea (Fueia) e alla Serra. Un’altra sorgente era la fontana dei frati nel bosco chiamato della fontana dei frati, tra il pilone della Montersina e la borgata Novarini, verso San Grato.
Dondolavo nel secchiello fino a casa e poi scivolavo trasparente nel bicchiere, nella pentola, nella ciotola… ero trattata come una risorsa preziosa. Mai nessuno avrebbe usato l’acqua di sorgente per lavare la biancheria o dissetare le bestie. Per quello c’era il pantano! Una forma dell’acqua larga e bassa in cui mi divertivo a impastarmi con foglie e terra, in quei laghetti senza pretese circondati dagli alberi. Attorno lavoravano donne, sempre con le mani sempre bagnate, sedute su panche di legno formate da un asse con due gambe su un lato corto. Le gambe di legno, fuori dall’acqua, si appoggiavano al bordo del pantano mentre la parte opposta dell’asse stava tutto immerso.
Quando nei 1939 a Monteu Roero riempiste di terra in bià, il grande stagno con la siepe, la staccionata di legno, le due panchine in pietra tra le grandi acacie… ve lo ricordate? Occupava quasi interamente la strada principale, dalla vecchia ala, alla casa Novarino e alla strada della rivà, oggi è una piazza…
Allora avrei dovuto ribellarmi!
Costruito il serbatoio comunale il bià sembrò inutile e superato. Proprio il “bià”, che era da oltre cent’anni il vostro punto di riferimento, il posto dove le massaie risciacquavano i panni con le loro panchette e si abbeverava il bestiame al ritorno dal pascolo.
In tutta Italia, in pieno regime fascista, furono tutti d’accordo che il problema acqua potabile era fondamentale per il vivere civile. E spuntarono serbatoi in ogni dove. Il serbatoio di Monteu arrivò nel 1939 e servì fino al 1963. Durò 24 anni che… al cospetto della mia età… non conta nulla! Arrivarono le tubature e i rubinetti e nessun uomo riuscì più nemmeno ad immaginare di usare il pozzo o andare nel bosco o usare una cisterna.
Però qualcuno ancora si ricorda delle forme che aveva l’acqua, almeno di quelle degli ultimi 200 anni… e farebbe bene a ricordarlo per sempre e farlo sapere ai bambini perché io, che vivo ormai da miliardi di anni, vi assicuro che non starò sempre al vostro gioco delle tubature.
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Si ringraziano i testimoni Natalina Nota e Antonina Galvagno.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R100, 30 marzo 2022