- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Immagini delle attività didattiche di bachicoltura svolte presso la Scuola Primaria di Monteu Roero dell’Istituto Comprensivo di Canale.
Bisbigliò la maestra: fate piano, così li sentirete anche voi, stanno parlando tra loro…
– A volte ritornano… C’è chi ritorna sempre e chi fa tanta fatica e ha bisogno di un aiuto… disse a sé stesso Gelso Filosofo affacciato alla finestra.
– Ma di che parli? Sarai saggio, ma sei anche ben strano… mi sembri la protagonista di quella storia che ho sentito raccontare dalla maestra stamattina. Sei come la Si… Sivilla… che dici cose che nessuno capisce… disse Baco Nicolino.
– Sibilla, Nicolino, si dice Sibilla precisò Baco Saputella che sapeva quasi tutto e che aveva l’abitudine di non smettere mai di spiegare e quindi spiegò. Noi bachi siamo tornati a Monteu Roero una quindicina di anni fa con l’aiuto di un gruppo di maestre della nostra scuola. Visto che i gelsi in zona erano ormai rarissimi hanno contattato il corpo delle guardie forestali e offerto alle famiglie la possibilità di adottare una piantina da mettere a dimora. E così, ogni cinque anni si celebra la festa degli alberi e tutti i bimbi ricevono un gelso da adottare”
– AH, ho capito, parli della nostra storia, quella che Baco Maestra ci fa scrivere sul quaderno, per capire, lei dice, da dove veniamo… ma che cosa c’entra con quelli che ritornano?!” disse Baco Nicolino.
– Bravo! Hai visto che non sei poi così zuccone! Hai capito quasi tutto. Replicò Baco Saputella. Poi si rivolse verso Gelso Filosofo e aggiunse: “sappiamo anche di voi gelsi. Una volta eravate in tanti a Monteu Roero e anche noi bachi. Eravamo un’importante fonte di reddito, credo fosse un grande onore”.
Gelso Filosofo allora rispose cortesemente: certo, nel rispetto della Natura e degli ecosistemi facevamo la nostra parte contribuendo alla conservazione della specie uomo, che tanto simpatica non è, ma esiste e bisogna fare la nostra parte.
– Baco Nicolino non si trattenne e interruppe: le donne però erano tanto carine. Mio nonno mi ha raccontato che i semi di baco, acquistati al mercato di Alba o Carmagnola o consegnati dalle filature che avrebbero poi ritirato i bozzoli, erano tenuti appesi al collo delle donne e nascosti tra i seni per mantenere una temperatura costante… che calduccio!
– Oppure venivano deposti in una cesta appesa al soffitto della stalla. Poi il 25 Aprile portavano il seme a benedire durante la festa delle rogazioni alla processione di San Marco precisò, come al solito, tutta dura la Saputella e aggiunse: dici così perché sei un ignorantone superficiale. Lo sai che a un certo punto noi bachi siamo stati costretti ad andar via, e sempre meno erano i nuovi nati e sempre meno le famiglie che si occupavano di noi. Addio bachicoltura in queste zone.
Gelso Filosofo a quel punto si sentì pronto a dire la sua: brava! È stato un periodo duro anche per noi gelsi. Eravamo una specie in via di estinzione a Monteu. La bachicoltura qui non esiste più perché la seta veniva importata a costi minori dalla Cina e dall’India. E poi c’era anche la concorrenza delle fibre artificiali e sintetiche, messe in produzione a partire dagli anni 1930 – 40.
– Basta. Abbiamo sonno. Lasciaci riposare qui, al calduccio vicino ai termosifoni della scuola disse Nicolino nel brusio generale.
Ormai solo Saputella era concentrata e non mangiava nemmeno più. Erano tutti stanchi di quel gran parlare che non era proprio nella loro natura. I bachi hanno un gran da fare, mangiano tante tante foglie di gelso, dormono e fanno ben quattro mute. L’unica che non ne voleva sapere di dormire era Saputella, che stava vigile, pronta per il suo destino.
– Guardate, bambini… Saputella è pronta! Ha smesso di mangiare e sale sul bosco. È pronta a chiudersi nel suo bozzolo. È un momento magico! disse la maestra con intorno gli alunni tutti a bocca aperta.
“Guardate come si arrampica sui rametti e piano piano, con movimenti circolari, lenti e continui, si costruisce un involucro sempre meno trasparente che lo imprigionerà sempre di più.”
Ora Saputella aveva visto i bambini e il suo destino stava per compiersi, entro una decina di giorni sarebbe diventata seta, passando ahimè attraverso l’acqua bollente… ma si sa che le trasformazioni sono faticose e a volte anche un po’ dolorose per tutti, anche per i bachi!
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Si chiude così la prima puntata della favola dei bachi e dei gelsi. Una storia per testimoniare il recupero e di un’attività didattica lodevole.
Lasciamo la parola ai bambini: l’anno scorso abbiamo aderito ad un progetto Scuola di futuro dove ci dovevamo cimentare nella semina. Noi abbiamo chiesto di poterci prendere cura dei nostri semi speciali: le uova dei bachi da seta. E con il nostro impegno abbiamo vinto cinque tablet e…. e ci siamo divertiti tantissimo.
Si ringrazia l’insegnante Wilma Berbotto per la testimonianza.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R068, ottobre 2021