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Il Rotulo di San Teobaldo

di Monica Mazzucco
Rotulo di San Teobaldo - Archivio


Indice dei contenuti di questa pagina


PH Mauro Rosso


IL ROTULO

Il documento è conservato presso l’Archivio Diocesano Monsignor Brizio <Alba>, Fondo del Capitolo della Cattedrale, ASCap n. 19 ed è comunemente denominato: Rotulo di San Teobaldo. Il testo è in lingua latina.

Descrizione del supporto
Il Rotulo è un manoscritto palinsesto sul recto, composto di 18 fogli di diverse dimensioni, cuciti tra loro con un punto semplice. Sul recto i primi 17 fogli riportano due narrazioni della sua vita e la descrizione dei miracoli che gli venivano tradizionalmente attribuiti: il testo viene datato al primo quarto del XIV secolo.

Il Rotulo è stato composto riutilizzando nove fogli di una Bibbia datata all’inizio dell’XI sec. (ff 1-9) e otto fogli (ff10-17) di un antifonario datato all’inizio del XIII secolo (vedi: Buccolo 1989 e Aimasso Brusa 2015). Entrambi i testi sono ancora leggibili al verso del rotolo, mentre al recto se ne intravedono soltanto alcune tracce, in particolare quelle delle linee ed iniziali rubricate dell’antifonario. Come detto questa prima parte è palinsesta, mentre l’ultimo foglio non lo è. L’ultima carta infatti è stata aggiunta in epoca successiva. Si tratta di un foglio di pergamena semplice, non rifilato, e che presenta i bordi naturali della pelle con la caratteristica forma della coda dell’animale. Questa carta riporta la firma del massaro della chiesa cattedrale Pietro Baresano e del notaio Ludovico Cariniano con la data del 1456.


IL CONTESTO

Il Rotulo è la fonte più antica di cui siamo a conoscenza sulla vita di San Teobaldo, uno tra i Santi Tutelari della città di Alba, il testo ne colloca la morte nel 1150 e narra di come le sue spoglie furono ritrovate nel 1429 dal vescovo Alerino Rembaudi, evento attestato anche da una lapide coeva in Cattedrale a ricordare l’evento.

Le reliquie di San Teobaldo sono conservate nella cappella omonima nella Cattedrale di San Lorenzo con quelle degli altri santi tutelari della città.

Il capo era invece custodito in un reliquiario a busto in argento dorato sbalzato e cesellato, un’opera pregevole che si pensa commissionata al tempo del ritrovamento della salma. Il busto veniva tradizionalmente esposto durante le preghiere per la “buona morte” o la malattia sin dal XVIII secolo, la tradizione è poi proseguita sino almeno agli anni Sessanta del Novecento: successivamente il busto reliquiario è misteriosamente scomparso, per essere poi fortunosamente rintracciato mentre era esposto in un museo statunitense. La segnalazione fatta da un lettore al giornale diocesano Gazzetta d’Alba diede il via alle vicende che permisero di ottenerne la restituzione e di riportarlo in Italia, grazie all’operato dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino.

Attualmente è possibile ammirare il reliquiario nella teca collocata a sinistra nella Cappella di San Teobaldo in Cattedrale: le reliquie contenute al suo interno sono purtroppo andate perse.

La figura di questo laico dedito ad una vita semplice ed all’aiuto ai poveri tramite il lavoro ed il servizio è stata oggetto di venerazione sin dal 1429, e come è bene illustrato nello studio di Micaela Gastaldi, fiorirono a partire dal XVIII secolo opere agiografiche che contribuirono alla fortuna del santo albese sino a quando il culto fu riconosciuto ufficialmente dalla Santa Sede in seguito al processo di canonizzazione avvenuto nel 1841 quando era vescovo di Alba monsignor Fea.


L’EDIZIONE IN EVT

Nonostante la produzione agiografica su San Teobaldo sia stata vivace e costante nei secoli, il testo del Rotulo fu edito per la prima volta solo nel 1929. Non se ne trova traccia neppure tra la documentazione allegata al processo canonico tenutosi nel 1842, mentre vengono citate altre biografie non si fa menzione alcuna del Rotulo, che pure si trovava nell’Archivio Capitolare. E’ proprio da questa osservazione che prende spunto l’opera del canonico Luigi Giordano (1878-1939) sacerdote, insegnante, storico ed erudito albese, archivista del Capitolo della Cattedrale. Il Giordano pubblicò il Rotulo facendolo precedere da una lunga analisi dei contenuti e delle caratteristiche paleografiche, avanzando numerose ipotesi circa l’esistenza di altre fonti scritte sulla vita del santo, basandosi in particolare sul confronto con le diverse biografie che furono redatte tra il Sei ed il Settecento. Il volume comprende anche una versione in italiano del testo che il Giordano afferma di aver mantenuto il più letterale possibile, almeno sino a dove glielo permetteva l’intento di renderla intelligibile. Spiccano tra le righe la sua conoscenza delle fonti e della storia della chiesa albese e una grande capacità di lettura e di comprensione del testo.

Questa edizione digitale è nata nel contesto del progetto finanziato da Compagnia di San PaoloDalle pergamene alle carte: la storia e le sue fonti”.

La volontà del MUDI era quella di rendere accessibile il Rotulo svincolando lo studio, fin dove possibile, dalla necessità dell’esame diretto dell’originale, che rimane ben custodito presso l’Archivio Diocesano, ma soprattutto grazie all’utilizzo del software EVT si intendeva rendere accessibile il Rotulo ad un pubblico vasto sia di studiosi che di amatori o di fedeli.


LA RIPRODUZIONE FOTOGRAFICA

Il primo passo verso la realizzazione del progetto è stata la ripresa fotografica del Rotulo, a cura di Studioelle Torino, che è stata realizzata presso l’archivio. La ripresa è stata effettuata con una fotocamera reflex FX montata su uno stativo corredato da lampade led, obiettivo per reprografia zeiss e stazione digitale di collegamento per scatto remoto e controllo del processo fotografico. L’originale è stato fotografato con tecnica stitching e poi ricomposto in post produzione. Grazie alle immagini ad alta risoluzione è stato commissionato a Bottega Fagnola un fac simile del Rotulo 1:1 in carta, che rimane a disposizione del MUDI per essere utilizzato durante laboratori didattici ed incontri.


TESTO: CODIFICA ED EDIZIONE

Una volta realizzate le immagini si è potuto procedere nelle varie fasi del progetto con un team di lavoro formato da Raffaele Cioffi (UNITO), Angelo Mario Del Grosso (ILC) Debora Ferro (Archivio diocesano di Asti) e coordinato da Roberto Rosselli del Turco (UNITO) e Chiara Cavallero (Archivio diocesano Mons.Brizio).

Le principali linee di intervento hanno riguardato: la trascrizione e codificazione del testo latino, l’adattamento del software alle caratteristiche fisiche del Rotulo, la traduzione del testo.

La trascrizione in testo non formattato (.txt) del contenuto delle varie pergamene ha rappresentato l’operazione preliminare per la realizzazione dell’edizione digitale del Rotulo di San Teobaldo. Le differenti pergamene del Rotulo presentano una scrittura piuttosto chiara e di facile lettura, elemento che ha reso non complessa la trascrizione diretta del testo e dei marginalia. Al pari, le poche sezioni che presentano danni o una scrittura meno nitida non costituiscono ostacolo per la agevole lettura del testo. Nella trascrizione, e nella successiva realizzazione dell’edizione interpretativa, si è deciso di prendere come elemento di raffronto il lavoro del Giordano del 1929: a un primo confronto con il testo di alcune delle pagine del Rotulo, la versione pubblicata dal Giordano è apparsa accurata e, anche nelle emendazioni o correzioni fatte al testo, affidabile. Molto utile, in questo senso, è il catalogo delle note e degli elementi marginali, così come l’analisi sintetica delle sezioni del codice di difficile o ambigua lettura.

Il lavoro è dunque stato effettuato in maniera modulare e progressiva. Una volta trascritto l’intero contenuto di ciascuna delle sezioni del Rotulo, quanto ottenuto è stato confrontato con il testo del Giordano e, in caso di discrepanze, segnalato in appendice, così da poter tenere traccia di quanto rilevato e da avere occasione di discuterne con il gruppo di lavoro. Tale procedimento è stato centrale in modo particolare per la valutazione delle emendazioni al testo fatte dal Giordano: seppure non in numero eccessivo, tali interventi costituiscono un indispensabile elemento di chiarificazione di alcune parti non del tutto chiare del testo. Le correzioni e le emendazioni del Giordano sono state, nel loro insieme, accolte e inserite in apparato nell’edizione digitale e, dove necessario, arricchite o modificate.

Una parte consistente del lavoro di progettazione dell’edizione ha riguardato la possibile resa grafica del testo latino. La grafia delle varie parti del Rotulo si presenta al lettore come chiara e spesso piuttosto ordinata. La realizzazione dell’edizione digitale del Rotulo ha dovuto tenere conto della necessità di trovare una misura fra l’intenzione di rappresentare in maniera appropriata le caratteristiche grafiche della grafia e la semplicità della visualizzazione a schermo dell’edizione stessa. Nella creazione del livello diplomatico, si è cercato di rappresentare le più comuni varianti grafiche attestate nelle pagine del Rotulo attraverso l’uso di caratteri appositi tratti dallo standard Unicode: l’ampliamento progressivo dei set di caratteri Unicode, sempre più ricchi di varianti grafiche e glifi ispirati alle più comuni grafie del periodo medievale o proto-moderno, ha consentito in questo senso di avere una soddisfacente rappresentazione delle differenti tipologie di s (onciale e alta sopra il rigo) o di r (onciale e per tratti simile a una r rotunda), così come dei comuni segni di punteggiatura (punto a mezzo) o delle forme maiuscole o minuscole dei caratteri alfabetici onciali e semionciali. La scelta di un corretto set di caratteri è stata di grande peso nella rappresentazione delle peculiarità della scrittura delle varie sezioni del Rotulo, e in modo particolare nel ricco apparato tachigrafico e di abbreviazioni che le varie sezioni del Rotulo presentano, specie l’ultima pergamena. Proprio la Terza Parte del Rotulo presenta un uso più fitto delle strategie tachigrafiche e un numero molto maggiore di abbreviazioni, con una notevole varietà di natura e tipologia. La notevole ricchezza di combinazione fra caratteri alfabetici anche sovrascritti e simboli tachigrafici (macron, tilde, barra trasversale sul tratto discendente sotto la riga) ha comportato la necessità di catalogare, e successivamente discriminare per frequenza, tali combinazioni di lettere e simboli: non produttivo e molto difficile sarebbe infatti stato creare un carattere tipografico composito per ciascuna abbreviazione usata dal copista del Rotulo. Tale lavoro avrebbe infatti, non solo comportato una sovra generazione di caratteri o glifi non standard, spesso utilizzati un numero di volte non superiore a tre/quattro istanze, ma avrebbe anche comportato una notevole fragilità nella resa a video dell’edizione stessa. La sovra generazione di caratteri non Unicode, infatti, avrebbe di molto aumentato la probabilità di intere sezione della trascrizione diplomatica ‘punteggiate’ di caratteri non identificati, e di conseguenza non visualizzati correttamente se non dopo una attenta revisione a ogni passaggio o aggiornamento dei file xml. Tale fragilità avrebbe anche reso difficile la futura portabilità dell’edizione e il suo adattamento per possibili versioni a stampa o sistemi di visualizzazione differenti da quello utilizzato nel corso del progetto.

Onde evitare tale rischio, si è preferito limitare il numero di caratteri combinatori inseriti nella marcatura dell’edizione, segnalando e codificando tali combinazioni e abbreviazioni secondo criteri di somiglianza e verosimiglianza. Nel fare questo, si è proceduto affidandosi dove possibile a glifi Unicode già codificati e somiglianti alla combinazione di carattere base e simbolo tachigrafico presente nel Rotulo, e dove non possibile, alla creazione di caratteri combinati attraverso l’unione di simboli Unicode. Tale mappatura dei caratteri e dei glifi è stata inserita nella Dichiarazione dei Caratteri (CharDecl) che è parte dell’header dell’edizione: sezione nella quale è possibile quindi avere un quadro completo della tipologia di trattamento dei caratteri che si è scelta, così come avere accesso a tutte le informazioni sui singoli elementi o caratteri combinatori che rendono possibile la visualizzazione del testo latino del Rotulo.

Questo trattamento della varietà grafica del testo latino, non compromettendo la verosimiglianza della visualizzazione dell’edizione diplomatica, ne favorisce nel contempo la correttezza e la completezza.

La possibilità di consultare l’edizione nella modalità testo-immagine, poi, consente di avere un quadro completo ed efficace del complesso e variegato apparato grafico del Rotulo, specie nella sua ultima sezione, andando a completare le informazioni che sono inevitabilmente mancanti nella versione diplomatica del testo latino.


LA TRADUZIONE E LE CITAZIONI

Come nell’edizione del 1929 del canonico Luigi Giordano anche in questa è presente una versione in italiano del testo, che è stata curata dalla dott.ssa Debora Ferro (Biblioteca e Archivio diocesani di Asti). Abbiamo ritenuto importante dare la possibilità di accedere al contenuto del Rotulo anche a chi non conosca il latino e l’intento è stato quello di mantenere assoluta fedeltà al testo originale cercando nel contempo di rendere comprensibile al lettore moderno un periodare in alcuni punti frammentato ed ostico.

La versione in italiano è stata arricchita dall’indicazione delle citazioni di passi della Bibbia e dei Vangeli presenti nel testo, grazie alla lettura effettuata Cenacoli della Parola (Parrocchie di Magliano Alfieri.) ed alla collaborazione di don Pierluigi Voghera.


COME FUNZIONA:
ISTRUZIONI PER LA NAVIGAZIONE

L’edizione del Rotulo può essere visualizzata in tre modi diversi scegliendo i pulsanti corrispondenti che si trovano nella barra strumenti principale in alto a destra:

Nella visualizzazione Testo di lettura (primo pulsante da sinistra) si può visualizzare il solo testo in entrambi i livelli di edizione quella Diplomatica o quella Interpretativa: la scelta si imposta attraverso il selettore nel riquadro testo: Diplomatica /Interpretativa;

  Nella visualizzazione Immagine-Testo (secondo pulsante da sinistra) si visualizza il testo posizionato automaticamente in corrispondenza delle immagini del Rotulo, quest’ultimo è gestito nel riquadro di sinistra come se fosse un’unica immagine che si può scorrere in senso verticale; inoltre attraverso i bottoni posizionati nel riquadro dell’immagine è possibile scegliere se visualizzare il recto o il verso del Rotulo (i pulsanti si colorano al passaggio del mouse, poi basta cliccare)

 Nella visualizzazione Testo-Testo (terzo pulsante da sinistra) si possono confrontare i due livelli di edizione (Diplomatica / Interpretativa) e cliccando sul pulsante “Traduzione” si può confrontare il testo con la sua traduzione in italiano.

NB: La visualizzazione Immagine-Testo è quella di partenza, ed è anche quella che permette di attivare la corrispondenza tra righe di testo e immagine con il pulsante Collegamento Testo-Immagine (pulsante nella barra sopra il riquadro dedicato alle immagini) e quella tra immagini e descrizioni con il pulsante Hotspots ⧉ (pulsante accanto al precedente).

Sempre nel riquadro immagine è presente un pulsante “MsDesc” che permette di visualizzare un’introduzione paleografica al manoscritto.

Sono presenti liste di luoghi, nomi di persona ed organizzazioni cui si può accedere aprendole dal pulsante nella barra principale in alto a destra. Le occorrenze sono evidenziabili e consultabili anche direttamente nel testo: questa funzione si attiva dal box di selezione in basso, sotto il riquadro testo e permette di evidenziare Persone/Luoghi/Organizzazioni oppure di impostare la Selezione Multipla e vederli tutti. Aprendo le singole voci si trova una descrizione minima, eventuale bibliografia di riferimento e la possibilità di rintracciare tutte le occorrenze di quella voce nel testo.


Bibliografia

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