- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Processioni e riti di Canale. Nella foto d’epoca con le lenzuola bianche esposte è la processione del Corpus Domini a cui prendeva parte l’intero paese: le Confraternite, le Compagnie, il clero, la banda, la gente sui balconi.
Quale seguito potrebbe avere questa storia? – domando, seduto sul divano della cucina, a lezione due volte: a casa con nonno e in didattica a distanza. Oggi va bene che almeno si può stare senza calzini, non fà più freddo.
Vorrei sapere come ne usciamo. Mi manca uscire e sapere che ne usciremo, mi mancano l’aperitivo, la partita, la parrocchia, mi manca pure il campanello della prima ora, lo scuolabus e quel rompiscatole di Lorenzo che si alza sempre dal banco e fà ridere per come risponde alla Prof.
I superstiti della peste del 1630 diedero il via ad un nuovo approccio ai riti qui a Canale – dice tranquillo l’anziano. Come se parlasse di ieri. La butta lì lui, come una perla di saggezza. E aggiunge …che era non più raggruppata per sesso, censo, età, bensì con accorpamenti intorno a famiglie emergenti.
Sta delirando? Penso, e poi gli rispondo: Nonno… sono passati 391 anni dal 1630. Ti ho chiesto quale seguito potrebbe avere questa storia, non voglio parlare di cose religiose antiche – domando di nuovo, alzando la voce per scherzo.
I Canalesi che uscirono dalla peste crearono una nuova società – torna sull’argomento l’anziano, tirando in basso l’occhiale che ha sul naso. E lo fecero in una sostanziale confusione tra sacro e profano. Tu parli di cose religiose, religiosità e religione come se fosse una sola cosa. Non sai che i tuoi antenati a volte han creduto di trovare la salvezza spirituale nella prosperità materiale e altre volte hanno toccato con mano che si son salvati solo grazie a Dio. Non lo sai perché non ci sono più i gesti che esprimono tutto questo. Tu ami i tuoi riti, l’aperitivo, la scuola, il pallone… spero anche la Messa… io ho le mie tradizioni e so di un’infinità di riti a Canale che han lasciato in me un ricordo bello e durevole, che mi basta a non sentirmi sfiduciato come sei tu… che magari credi di aver perso tutto. E invece hai ancora tutto da conoscere. Chi studia le tradizioni come me, lo sa – conclude compiaciuto, e capisco che vuole raccontarmi altro.
Quindi nonno io dovrei credere che il seguito della storia… il futuro… sta scritto nella storia passata? Non ti sembra un po’ strano? – vediamo cosa risponde.
Non puoi sapere quanto un altissimo senso della ritualità sia capace di influenzare la gente. Prendiamone uno… un rito, una questione. Il funerale e la morte. La paura che tutti abbiamo è di perdere quelli che amiamo o di morire noi stessi. Io qualche volta ci penso. Ma io son vecchio. Tu non pensarci troppo! – dice tremando un po’ sul bastone.
Si sbaglia sul fatto che io alla morte non ci pensi, ci pensano tutti… Fà una pausa, si alza, va nella sua stanza e torna con un album fotografico rivestito di pelle. Lo apre, esce uno strano odore di gelatina. Ogni fotografia è perfettamente fissata sul foglio, non si muove nulla.
Vedi quel Crocefisso sotto la tenda? È Cristo che muore sulla croce, con tutta la gente di Canale che gli cammina dietro – dice, girando la pagina. E continua indicando in un punto. Anche in questa foto. Qui c’è anche il vento che arriva da chissà dove e muove le lenzuola bianche. Se i drappi sono bianchi è la processione del Corpus Domini. Se ne facevano due in una sola settimana. Partecipavano tutti. C’erano tutte le compagnie religiose in divisa, il gonfalone del Comune, la banda musicale e il baldacchino del Santissimo sorretto da due Battuti Bianchi e due Battuti Neri. È la festa del “Corpo del Signore”, dove Gesù percorre le strade dell’uomo. Si cammina tutti insieme pensando che Gesù sia vivo e in mezzo a noi, senza dimenticarsi della sua Passione. Con la crocifissione di Gesù si vede un collegamento tra l’esistenza terrena e il cielo e nella processione si cammina tutti insieme in quel collegamento.
Frena frena… chi è tutta questa gente? – help me.
È la gente di Canale! Te lo racconterò un’altra volta – risponde mentre si alza di scatto e decide che usciamo subito.
Camminiamo sulla via Roma di Canale con passo serio, poi svoltiamo un paio di volte e ci fermiamo davanti ad una chiesa con un bel portone. Il nonno racconta di alcuni riti legati alla Settimana Santa e alla Pasqua, riti che non conoscevo e non memorizzo tutto…
Di tante cose mi colpisce un rito dal nome spagnolo, l’Entierro: i Battuti Neri, gente di Canale molto impegnata e religiosa… non preti… mettevano in scena, come a teatro, la sepoltura di Gesù, utilizzando una statua del Cristo Morto che calavano nella terra del Roero. Questo rito era fatto dalla Confraternita dei Neri, che si trovava nella chiesa davanti a cui ci siamo fermati.
Ecco perché siamo usciti. Voleva farmi vedere che il corpo di Cristo Morto si metteva nella terra, non per dimenticarlo, ma come un seme pronto a rinascere ogni anno. Non so se questa storia mi dice cosa succederà domani, però i racconti della religiosità dei nonni m’intrigano. Mi farò raccontare altra roba.
TO BE CONTINUED
Questo racconto è stato inventato a marzo 2021: i personaggi del dialogo sono casuali e non ci sono riferimenti a persone reali. Tuttavia la storia è composta prendendo in esame riti realmente celebrati a Canale, raccolti da Corrado Quadro, il nostro testimone del Roero.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R005, Canale, 10 maggio 2020