- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Le immagini d’epoca del giorno in cui le campane della vecchia torre del Borgo Villa di Montà rimasero al loro posto grazie alla “protesta” dei borghigiani. Era il 1972.
I borghigiani della Villa, quelli che abitano nella parte più antica di Montà, mettono dei picchetti a formare una barriera che impedisce alle macchine di passare. Cosa sta succedendo?
Chiedo informazioni e subito concitatamente alcuni miei compaesani mi raccontano i fatti.
Il parroco ha mandato degli operai a togliere le campane della torre storica del Borgo Villa, con l’intenzione di metterle sul campanile della nuova chiesa. Nonostante avesse dato comunicazioni precedenti sui bollettini parrocchiali la notizia sembra un fulmine a ciel sereno. Nessuno sa che la cosa accadrà.
Il cielo comincia a tingersi dei colori della sera quando gli operai iniziano i lavori, con i loro macchinari. Alla vista di quelle manovre il gruppo di borghigiani si raduna rapidamente e forma un comitato di protesta bloccando tutto, senza alcun indugio.
La prima campana è tolta ma i lavori si fermano lì. Nessuno degli operai può avvicinarsi se non per riposizionare la campana nel punto in cui era sempre stata.
Il parroco stupefatto si chiude in canonica.
La situazione sfugge di mano: alcuni ragazzi, che per intenderci non hanno forse nessun legame con le campane, circondano la chiesa nuova e con insulti cercano d’intimorire il povero prete. Quei ragazzi sono subito fermati da chi vuole fare una protesta per mantenere un bene storico nel posto dove era sempre stato e non ha nulla contro il prete.
Sono presenti alcuni consiglieri comunali che provarono a mediare senza successo. Il sindaco è assente. Gli abitanti del Borgo Villa sostengono che le campane devono rimanere sulla vecchia torre e restano fermi sulla loro posizione, bloccando ogni possibilità di manovra agli operai.
Il Paese è in fermento, tutti vanno sotto la torre e assistono increduli ai fatti, domandandosi perché nessuna autorità intervenga a porre fine alla difficile questione. Come andrà a finire?
Gli operai riporteranno la campana al suo posto, sulla vecchia storica torre.
Il parroco, nella domenica successiva, durante la predica, non parlerà della spinosa questione.
La nuova chiesa rimarrà senza campane fino a che una donazione non permetterà di completare il campanile.
Io all’epoca ero un ragazzino, era il 1972, mi trovai in quel fatto tornando da una partita di Calcio. Vidi la strada che portava al Castello del Paese in grande fermento. Impossibile dimenticare quel momento: quel giorno un gruppo di persone riuscì a mantenere un simbolo importante del proprio borgo e della vita quotidianità. Fu una vittoria! I rintocchi delle campane suonano ogni ora e fanno sentire le persone unite e protette, le fanno sentire a casa.
Piero Aloi
Si ringrazia il testimone Pietro Aloi.
“È un prodigio: l’attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente. […] Continuamente si stacca un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via – e improvvisamente rivola indietro, in grembo all’uomo. Allora l’uomo dice ‘mi ricordo’.”
Friedrich Nietzsche
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R071, novembre 2021