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Particolari dell’ostensorio raggiato realizzato da Bernardo Badino per Monteu Roero nel 1771.
Immagini delle tradizionali processioni con l’ostensorio raggiato presso il Pilone di Santa Margherita alla chiesa parrocchiale di San Grato, la chiesa di San Nicolao di Monteu Roero e la casa di riposo Casa Serena. Immagini realizzate nel 2012 prima dell’arrivo della pandemia Covid.
Mi presento, sono Bernardino Badino, sono l’artista di Asti capostipite della bottega di orefici argentiere che, dal 1763 alla metà dell’Ottocento realizzò numerose opere d’arta sacra in tutto il Piemonte, nella mia città come ad Acqui, a Savigliano e a Monteu Roero.
Sono qui per festeggiare l’anniversario dei 250 di una delle opere a cui sono più affezionato e per consegnare alla gente del Roero una preghiera.
L’opera è l’ostensorio raggiato da me realizzato in stile rococò. Impiegai argento puro e lucente, di colore bianco, malleabile e tenero alla lima per onorare la richiesta del priore della chiesa parrocchiale di Monteu Roero, Pietro Paolo Mattei, e le compagnie religiose del SS. Sacramento, del Rosario, del Carmine, del Suffragio e di San Giuseppe di creare un ostensorio con figure per mostrare ai fedeli di Monteu Roero il Corpo di Cristo.
Che sia di novanta once, come quello che realizzai per i Reverendi Padri e Monaci di S. Pietro di Savigliano, mi scrissero. Ho sempre preferito i committenti esigenti agli sciocchi incapaci di riconoscere valore al lavoro artistico!
Con quell’argento così puro nelle mani ho modellato un mondo celeste entro cui esporre l’ostia grande. Affiorano sul piede dell’ostensorio volute vegetali e volti di putti alati, accanto alle mie iniziali B.B., tra minuscoli fiori. Al mondo vegetale si uniscono conchiglie e volti di putti e angeli alati affacciati tra le nuvole.
Con la lamina a sbalzo dorata ho dato rilievo a due angeli in volo che espongono il velo della Veronica e mostrano il volto di Cristo impresso sul preziosissimo tessuto della santa. Per molto tempo, durante la festa del Corpus Domini, l’ostensorio è stato portato in processione, sotto un altro tessuto, il baldacchino, lungo le vie del paese. Al suo passaggio, da ogni balcone, si alzavano bianchi tessuti volanti: le lenzuola e le tovaglie più belle venivano tese, come il velo delle Veronica, al passaggio di Cristo. In questo grande scenario la gente accompagnava il rito del Corpus Domini con preghiere, canti e lodi, mentre l’argento dell’ostensorio brillava alla luce del sole in mezzo ai bambini vestiti di bianco e blu che spargevano petali di fiori per la strada nel giorno della loro Prima Comunione. C’erano anche i Battuti Bianchi vestiti con la loro divisa, le Figlie di Maria vestite di bianco con una cintura blu e le Umiliate con il vestito giallo. Un caleidoscopio di colori faceva da teatro urbano all’ostensorio.
Come artista credo che un’opera d’arte sacra non sia solo un oggetto e non sia nemmeno solo un’opera d’arte. Un’opera sacra come l’ostensorio non è nemmeno più dell’artista che l’ha prodotta perché interpreta un messaggio celeste e rivive nelle speranze e preghiere dei fedeli che raduna intorno a sé. Disperate ahimè sono le opere sepolte nei magazzini! Per fortuna questa sorte non è toccata a questo ostensorio che, dopo 250 anni, ancora percorre le strade di Monteu Roero e accende la luce della fede nella gente del Roero.
L’ostensorio contiene l’ostia grande consacrata alla devozione dei fedeli. Da argentiere mi sono servito dell’oro per mostrare la luce di Cristo attraverso una raggiera disposta tutt’intorno alla teca di vetro. È la luce che la Resurrezione di Cristo accende nel cuore dei devoti. Le spighe di grano dorate rafforzano il messaggio: la spiga mietuta è il simbolo del corpo di luce, la sede del seme che, rimesso nella terra porta alla rinascita.
In alto ho forgiato una corona ornata di gemme preziose retta da due angeli in volo. È l’unica corona che posso immaginare sul capo di Cristo! I soldati di Erode posero su di lui una corona di spine, giocarono a dadi la sua veste, flagellarono il suo corpo legato alla colonna, lo torturarono bagnando la sua pelle ferita con la spugna imbevuta d’aceto. Non va dimenticata la passione di Cristo, perché anche il suo dolore è parte della sua grandezza. Per questo tra le nuvole scorgerete la veste, i dadi, il flagello…
Consegnai l’ostensorio il primo aprile del 1771. Venni a sapere in seguito che la gente di Monteu perse l’ostensorio per alcuni anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Era finito in mano ad un antiquario! Don Vola s’interessò e, spinto dalle richieste dei fedeli per riaverlo, concordò con l’antiquario che prima di venderlo ad altri, glielo avesse notificato o che a pari prezzo lo avrebbe rivenduto alla Chiesa che ne era stata la prima proprietaria.
Pochi mesi dopo l’antiquario morì e tutta la merce del suo negozio fu messa all’asta. Anche il Raggio fu esposto all’Asta pubblica, a prezzo convenientissimo perché nessuna persona di Chiesa si era presentata tranne l’arciprete Pietro Vola. E così, grazie alle offerte raccolte tra i fedeli, riacquistò il prezioso ostensorio al prezzo di 800 lire e dopo 25 anni lo riportò nella sua chiesa!
Prima della pandemia, a rotazione, ogni anno, la gente di Monteu Roero onora la tradizione della processione, portando l’ostensorio tra le strade del paese e nelle frazioni vicine. Ed ecco la mia preghiera. Prego che l’ostensorio torni nelle strade di Monteu quando la pandemia Covid sarà vinta.
Si ringrazia la testimone Martina Marucco per la preziosa testimonianza sul grande ostensorio della parrocchia di Monteu Roero.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R075, novembre 2021