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La Regina dei bricchi nei campi e nei mercati delle fragole di Sommariva Perno. Giuseppe Cane, Pinotu ‘d Mancin, dei Bonini di Sommariva Perno e Giovanni Ardino, anch’egli della località dei Bonini: due dei pionieri delle fragole del Roero.
Vi presento la protagonista antica della rivoluzione rossa del Roero. Si chiama Madame Moutot, figlia di Charles Moutot, nata nel 1906 nel giardino di Chateau Vanderbild. Lasciò il paradiso francese del miliardario americano Vanderbilt sulle sponde della Senna, a Carrières-sous-Poissy, per fare fortuna sulla sponda sinistra del Tanaro, nel Roero. Forse il tramite fu il castello di Mirafiori oppure un emigrante stagionale curioso che in Francia aveva notato Madame e l’aveva portata con sé per tentare nuove colture in terreni difficili.
Madame Moutot è una francese rossa dal frutto enorme, molto dolce e dal sapore profumato. Ebbe il merito di aver sostenuto l’economia rurale del Roero di buona parte del Novecento, a partire dalla prima metà del secolo quando le famiglie contadine furono prese alla gola da quattro nemici: la fillossera e la peronospora che misero in ginocchio le vigne e le due guerre mondiali che portarono miseria e fatica in ogni casa.
Nel 1928 Madame Moutot trovò casa nei terreni di Giuseppe Cane, Pinotu ‘d Mancin, dei Bonini di Sommariva Perno, il quale la presentò nei primi cestini al mercato di Bra e diede il via alla lunga e meravigliosa carriera di una succosa fragola francese che diventò la Regina dei bricchi.
«Le prime piantine – ricorda Giuseppe Cane, classe 1903 – le avevo piantate io prima del ’30. Le avevo avute da Tartiflun (Giovanni Viale, che aveva una cascina in località Piano Bonini, n.d.a.) presso il quale ero mezzadro. Le prime le ho messe sui bric dij Binin. Facevo però molta fatica a venderle perché negli anni ’30, in tempo di crisi, nessuno le comprava».
La prima difficoltà che la fragola regina superò brillantemente riguardò il terreno in cui mettere radici. Trovò dimora nella cosiddetta banda ‘d sus, i campi che da Sommariva Perno si estendono verso Torino, terreni molto sabbiosi, aridi e a quel tempo poco produttivi. All’inizio non fu certo accolta nei terreni a valle delle rocche, fertili, facilmente irrigabili, ricchi di frutteti e vigneti.
Un detto popolare recita così «Chi u pasa ‘l prà du lan, aj gira ‘l cü al pan» ovvero chi supera il prato del lan, gira il sedere al grano. Il lan, una riserva d’acqua al centro di Sommariva Perno, fu un luogo d’incontro e di gioco. Non tutti sanno che fu anche la fabbrica del ghiaccio fino ai primi anni ’60 del Novecento. La sua posizione divideva in due il paese, i terreni fertili da una parte e quelli aridi dall’altra. Madame Moutot si stabilì perfettamente nei terreni aridi, dando il meglio di sé nelle mani dei contadini sommarivesi.
La seconda prova della Regina riguardò il mercato in cui farsi notare. La crisi del 1929 stroncò l’esperimento di vendita che il pioniere Giuseppe Cane aveva tentato sul mercato di Bra. Ma la regina si era fatta notare e così altri pionieri, Giovanni Ardito, Bartolomeo Dova e Andrea Gramaglia, sempre dei Bonini, non si fecero sfuggire l’occasione di fare spazio alla rossa francese che cresceva rigogliosa nei terreni sabbiosi, anche se non aveva ancora un mercato.
«Ero andato al mercato di Bra a vendere gli asparagi e si mise a piovere. Io e Dova andammo a comprarci del pane e vedemmo un gruppo di persone intente, ci sembrava, a bisticciare. Siamo andati a vedere: c’erano una madre e una figlia di San Michele, con alcuni cestini di fragole. I bottegai se le strappavano di mano a 4 Lire al chilo. Noi incassavamo 3 o 4 lire degli asparagi. Dova aveva un reu (piccolissimo appezzamento di terreno, n.d.a.) in Casarej e disse che avrebbe cominciato». Sono le parole di Giovanni Ardito.
Il fatto avvenne nel 1938. Da quel momento i pionieri tennero duro e andarono avanti fino alle soddisfazioni del dopoguerra. Nei primi anni ’50 Ardito, Pinotu ‘d Mancin, Francesco Bellino, Giovanni Bellino e Vigiu dei Placioni, Gabriele Nervo Basté, Stefano Balestra Balestrin, Andrea Gramaglia Andrea ‘d general ed altri fecero nascere, sempre ai Bonini, laddove era arrivata Madame per la prima volta, il primo mercato autonomo delle fragole nel Roero, a Sommariva Perno.
Madame Moutot mise radici nel Roero e colorò di rosso mercati e sagre finché non arrivarono altre difficoltà dovute alle prime malattie e all’inesorabile aumento di richiesta. I contadini del Roero introdussero altre varietà come la rotonda Pocahontas, la rossa Gorella a forma di cuore, la britannica Red Gauntlet e fu una crescita continua di varietà e di mercati, fino agli anni ’80 e ’90 del Novecento.
Oggi Madame Moutot è una varietà antica, rara, potremmo dire una vecchia pianta di fragole da collezione, ed è soprattutto un cultivar che ha legato la sua storia a due luoghi italiani di rara bellezza: il Roero e le pendici dell’Etna in Sicilia (Meletto).
La coltivazione e la commercializzazione delle fragole, prima a Sommariva Perno e, pochi anni dopo, a Baldissero d’Alba, fu una vera rivoluzione agraria, una primavera che cambiò il volto di questa terra e incise sull’economia e sulla vita di centinaia di famiglie.
Dicono che il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo. Possiamo anche dire che una fragola rossa può provocare una rinascita in terreni e tempi difficili.
Si ringraziano Giuseppe Cane e Giovanni Ardino di Sommariva Perno per le testimonianze rese ad Andrea Cane che ha pazientemente ricostruito le vicende del secolo scorso e svelato che non solo la coltura del pesco fu fondamentale nel risollevare l’economia di numerose comunità del Roero, ma anche, per alcuni centri del Roero, come Sommariva Perno e Baldissero d’Alba, la coltura della fragola.
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Località Piano e località Bonini
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R032, testimonianze del 20/11/93 e 18/12/93, note di maggio 2021, Sommariva Perno