
- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Li vediamo, boxeur, amici e ammiratori, accalcati sul mitico quadrato in una fotografia degli anni 1946 o ‘47 attorno a Carlo Penna, l’unico tra loro che raggiunse una certa notorietà.
Si trovò nel momento giusto al posto giusto. Nessuno in paese si ricorda altro di quell’anonimo pugile, però molti credono che l’idea di salire sul ring fu sua. Quell’idea ravvivò la brace del desiderio di molti ragazzi di essere qualcuno e di farsi valere all’indomani della Seconda Guerra Mondiale. Era il ’46 e uno sfollato di guerra proveniente da Torino accese la passione per la boxe nel Roero.
Eccolo nella fotografia di gruppo, con gli altri protagonisti del pugilato eroico degli anni ’50 del Novecento. Quei visi sbiaditi sull’istantanea implorano uno sforzo di memoria, anche se la mente stenta a dissipare le nebbie che offuscano i ricordi. Le corde del cuore intonano il canto nostalgico dei bei tempi andati… quest’avventura fu una primavera di bellezza! Per compiere il miracolo di riconoscere tutti i nomi e i volti del Madison Square Garden di Guarene si è riunito il paese. Il quadro è stato ricostruito con poche eccezioni. È auspicabile un ulteriore sforzo di memorie paesane per risolvere i dubbi rimasti in sospeso.
Dino, Maria Teresa Pasquero e il marito Armando Mala hanno riconosciuto il primo pugile sulla fotografia, a partire da sinistra verso destra: è Dante Fiorengo. Ugo Occhiena si ricorda che abitava in via S. Stefano ed era detto Aldo Moro per via di un ciuffo bianco tra i capelli.
Il secondo è Giovanni Scavino, è stato riconosciuto dalle figlie Carla e Silvana. Ugo si ricorda che fu il primo a Guarene ad aver comprato un trattore a gomme.
Al terzo posto si riconosce a torso nudo l’imponente Carlo Penna, la stella della scuderia guarenese, campione regionale dei pesi massimi nel 1949. Dopo di lui il compagno di scuderia Giovanni Bonelli, detto Janò. Tutti si ricordano che aveva un fratello conosciuto come Josè che emigrò, come lui, all’estero.
Al quinto posto, quasi al centro della fila, con la sciarpa bianca sull’abito scuro c’è Romualdo Prioglio, l’ex partigiano della XXI brigata Matteotti, anche lui pugile improvvisato, passato poi con Penna e Janò al Gruppo Pugilistico Albese, senza però lasciare traccia degna di nota negli annali della società. Trasferitosi a Torino è scomparso da poco.
Il sesto della fila è Eleuterio Cassinelli, mentre il settimo, anch’egli a torso nudo, è l’ignoto avversario di Carlo Penna in quel giorno del 1946 o 1947.
Ci sono altri cinque uomini in piedi da riconoscere per finire la fila. Giulio Ferrero, falegname in Castagnito, ne ha riconosciuti tre, tutti suoi compaesani: Edoardo Negro, Ottinfasse, su cui ho una storia da raccontarvi, e il suo amico Renzo Davico.
Dopo di loro ecco il misterioso sfollato torinese che aveva iniziato i giovani alla boxe.
L’ultimo della fila in alto, dopo approfonditi confronti, risulta essere Secondo Delpiano, abitante in piazza vicino al Municipio, detto comunemente ȓ’avocatin, l’avvocatino, per la spiccata propensione a dirigere e dottorare.
Ora passiamo alla fila in basso, partendo sempre da sinistra verso destra.
Tutti riconoscono il primo: Dante Ferrero di Castagnito, con il bell’abito scuro, fu commerciante di tessuti porta a porta noto per il parlare forbito.
Accanto, in giacca e cravatta, Raffaele Terribile, originario di Roma.
Il successivo, secondo Carlo Penna, è un guarenese di cognome Mussia o similare. In verità si tratta di un tale Mussa, torinese. Maria Teresa Pasquero si ricorda che veniva a passare l’estate a Guarene e frequentava regolarmente la cricca degli amanti della boxe.
Potrebbe quindi essere costui il misterioso iniziatore della boxe guarenese?
Lasciamo aperto il dilemma, mentre chiudiamo il sipario sulla foto di gruppo con il ragazzo ultimo della fila di cui nessuno, causa la giovane età, è riuscito a identificare volto e generalità.
Un affresco di vita passata che risveglia ricordi di gioventù.
Prima di finire questa storia vi devo raccontare del naso rotto di Ottinfasse di Castagnito.
Fu il Maggiore Sacco detto Magioron per l’imponente stazza fisica a rompere quel fatidico naso in un incontro di Boxe. Ex partigiano, 130 chili di peso, passione sfrenata per il balon a pugn, noto commerciante di auto negli anni ’70 e ’80 del Novecento, non era tipo da rifiutare di misurarsi con il prossimo, in qualsiasi tipo di sfida, per quanto stramba essa fosse.
Ottinfasse sanguinante s’arrabbiò, e fu così che i due cominciarono a picchiarsi e darsele di santa ragione. Erano amici per la pelle ma, se non li avessero separati, quei due finiuo ‘d massesse! (si sarebbero ammazzati).
Riccardo Fresia ha memoria di queste vicende e si ricorda che lo si vedeva spesso arrivare in sella alla sua motocicletta. Fu forse in una di queste strambe sfide, partite per gioco nella cricca dei pugili locali, che Magioron incrociò i pugni con Ottinfasse al quale ‒ a sentire le testimonianze ‒ bastava molto poco per far saltare la mosca al naso.
Dopo quel litigio, per non alimentare oltre uno spirito di campanile strapaesano già fin troppo acceso, qualcuno in Guarene decise che non era più il caso di continuare con il pugilato, costringendo quello che fu il primigenio ring di Langa e Roero a smontare corde e quadrato e chiudere i battenti per sempre.
La scuola di pugilato, che diede alla luce un campione, Carlo Penna, ebbe vita breve ma intensa.
Di quei momenti esaltanti sono rimaste la testimonianza diretta di Carlo Penna, uno dei protagonisti di quei fatti lontani, e le fotografie scattate nel casareccio Madison Square Garden guarenese che Penna stesso ha gelosamente, e per fortuna, conservato.
Si ringraziano tutti i testimoni di Guarene e Castagnito citati in questa storia.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R035, maggio 2021, Alba