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- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Il luogo in cui avvenne il fatto: le rocche di Monteu Roero.
Il protagonista: Valerio Occhetti in due foto, da bambino e all’età di 18 anni.
Il parroco del paese: don Piero Vola.
Il santo: san Carlo Borromeo nella tela della chiesa di San Bernardino (proviene dalla parrocchiale di San Nicolao).
Abbiamo avuto paura che Dio ci avesse abbandonato. Valerio aveva 10 anni e faceva la quarta elementare a Monteu Roero. La prima, la seconda e la terza erano passate qui, vicino a noi, nella pluriclasse di frazione Occhetti. Nostro figlio quel giorno andò a scuola in bicicletta, perché il tempo lo permetteva.
Le ciliegie erano tutte mature, lì sugli alberi carichi. Era maggio, ricordo bene che era il 1937. Tutti i suoi fratelli e noi mamma e papà lo aspettammo a lungo, all’inizio eravamo tranquilli e anche un po’ arrabbiati perché non lo vedevamo arrivare, poi ci siamo preoccupati e non abbiamo più pensato nemmeno alle ciliegie da raccogliere.
Valerio quel giorno non arrivò a casa. Al suo posto si presentò un uomo con una notizia. Ho capito che si trattava di Valerio perché mio marito, papà Toni, senza parlare, volò fuori con il carro alzando una nuvola di polvere in cui mi sentii morire.
In prossimità delle case di località Dota, poco fuori dal paese, Valerio aveva perso il controllo della bicicletta ed era finito contro il muretto. La strada ripida e sconnessa, la bicicletta, la fretta di tornare per le ciliegie, la velocità e la caduta lo aveva sbalzato quasi sul bordo della rocca nei pressi delle case di Monteu Roero.
Valerio non se lo ricorda, però so che venne subito soccorso. Quando si svegliò con gli occhi ancora gonfi e acquosi si ritrovò sdraiato nel ricovero, l’ospedale che era dove oggi c’è Casa Serena. Io ero lì a curare bernoccoli e sbucciatura e a rinchiudere la grande paura che avevo sentito al fondo del mio cuore. Valerio pensava solo a tornare a casa a tutti i costi per andare a raccogliere le ciliegie!
Papà Toni ed io ripensammo molte volte al corso del destino, a quel giorno e a queste rocche benedette che anche se hanno fatto cadere il nostro bambino lo hanno pure tenuto sul bordo, senza farlo precipitare giù nel vuoto. La terra è così, ti tiene vivo con i doni di Dio.
Il parroco di Monteu Roero, don Pietro Vola, aveva detto che le rocche sono state benedette da san Carlo Borromeo, l’arcivescovo importante di Milano che era passato in paese nell’antichità andando a visitare la Sindone a Torino. Fermandosi sul bordo della rocca aveva trattenuto il fiato come impensierito per l’altezza dei burroni e aveva chiesto se accadessero degli incidenti, cadute come quello di Valerio, finite, però, male. Quelle disgrazie erano frequenti e allora il santo, alzando gli occhi a Dio, si fermò in preghiera e commosso si fece il segno della croce.
Sia fatta la Sua volontà.
Se volete vedere con i vostri occhi i luoghi e le figure di questa storia andate a Monteu Roero. Le rocche scoscese si vedono arrivando in paese. La dedizione a san Carlo Borromeo è testimoniata da una tela conservata nella chiesa di San Bernardino (proviene dalla parrocchiale di San Nicolao).
Valerio Occhetti è una persona vera e la storia è accaduta realmente.
Grazie a Pierangela Occetti per la testimonianza di vita nel Roero.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R040, maggio 2021, Monteu Roero