- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Mario Nervo, il sacrestano, riceve da don Gianni Pavese la medaglia d’oro al merito cristiano. Nella foto in bianco e nero Mario è con Tumblin, il sacrestano da cui ha imparato il servizio che ha svolto volontariamente per 55 anni presso la chiesa parrocchiale di Sommariva Perno.
Sono Mario Nervo e ho fatto il sacrestano dal 1960. Ho smesso solo nel ‘68 quando ho fatto il militare. Poi ho ripreso. Di mestiere, da giovane, facevo il panettiere.
Dopo 55 anni di servizio volontario nella chiesa parrocchiale di Sommariva Perno, il 20 marzo 2019, ho ricevuto dal Papa una medaglia d’oro per il merito cristiano.
Ha significato tutto per me. Ha significato che ho servito con il cuore.
La mia vita da sacrestano è iniziata con Tumblin (Bartolomeo Nervo, l’allora sacrestano), che mi ha insegnato a suonare le tre campane a corda e a caricare l’orologio meccanico, ogni sette giorni. Eravamo insieme a muovere le due pietre grosse che davano la carica all’orologio.
Nel ‘76 è arrivato il primo orologio elettrico. Poi ne è arrivato un altro e il suono delle campane è diventato automatico. Nei primi tempi il meccanismo elettrico si guastano spesso. “Prendiamo un orologio nuovo”, diceva don Gianni. “Se si può ancora aggiustare questo qui…”, rispondevo. Niente da fare. L’abbiamo cambiato. Il nuovo orologio faceva tutto lui! Suonava le ore, il trapasso, il funerale, la messa solenne. Tutte cose che prima facevamo noi sacrestani, con piacere.
Conosco bene le cinque campane di Sommariva Perno. Quella di Valle Rossi fu portata qui da don Cortese. Suonava tutti i giorni. La campana che veniva da San Bernardino si suonava alle solennità: a Natale, a Pasqua, al primo dell’anno.
Come sacrestani Tumblin e io abbiamo provveduto a preparare i paramenti per le varie celebrazioni secondo il calendario appeso in sacrestia: il verde, il bianco, il nero. Una volta c’era il nero, adesso c’è il viola, il rosso…
Da giovani preparavamo la chiesa per le due messe del mattino, per i funerali e per i matrimoni. Mettevamo a posto i sei candelieri che una volta erano al centro della chiesa, quando non c’era ancora il carrello. Per i matrimoni sistemavamo i due taburat (sgabelli) – che ci sono ancora – il banco e la guida, che non si è più messa. Per i funerali c’era il tappeto. La cassa si metteva per terra. Poi il catafalco, ma solo al lunedì.
Per le cerimonie del Corpus Domini si preparava il baldacchino. Andavamo a prenderlo suta i cup (in soffitta) e lo mettevano laggiù, addobbato con gli strascichi. A portarlo bisognava essere in quattro, anche se ogni tanto ij na mancáva ün (ne mancava uno).
Il luogo in cui si svolge la storia è la chiesa dello Spirito Santo nel centro storico di Sommariva Perno. La chiesa si presenta con una facciata davvero originale, di forma quadrata, interamente affrescata e appare come un magnifico teatro di storie di vita.
LINK PER APPROFONDIRE SULLA CHIESA DELLO SPIRITO SANTO DI SOMMARIVA PERNO
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R002, 13 giugno 2020, Sommariva Perno