- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
In piazza a Canale la chiesa barocca di San Bernardino, testimone di un paese. All’interno un altro paese: angeli dipinti sulla volta. Il Cristo, quello in legno, con i capelli veri, il protagonista dei riti primaverili.
Cosa porteresti con te? Se da Canale, dal Roero, sei sbarcato in America hai portato con te il paese da cui sei andato via. Tanti han messo in valigia il palèt, la cupola rossa di embrici in cotto di San Bernardino, sotto cui vive il paese.
Chi è con la Confraternita dei Battuti Bianchi, sotto quel cielo, è stato battezzato.
Al tempo di don Gioetti ha preso messa alle 4 del mattino. Così presto? Si, perché il prete non voleva sovrapporre la messa al mercato delle pesche in piazza. Ah la piazza… quella è da sempre la pancia del paese, su cui affaccia il volto barocco della chiesa di San Bernardino. Sotto il cielo blu della festa patronale, in piazza, c’è il paese, a testa in su. A tifare per la colomba bianca che scintilla più delle stelle. Corri, vai di là dalla piazza. L’annata è buona solo se la colomba percorre tutto il filo e arriva in fondo, ma se si ferma a metà…
Nessuno vorrebbe essere nei panni di quel priore, Bernardino, che accese il razzo della colomba perdente. Cercò inutilmente di riscattarsi agli occhi del paese, per aver dato quella delusione. Trasse ispirazione dall’immagine del santo della Confraternita, san Bernardino da Siena (che per ironia ha il suo stesso nome!), il santo che attraversò un lago trasformando il mantello in una zattera. Anche il nostro Bernardino tentò quell’esperimento, ma finì a mollo in uno stagno, sotto gli occhi del paese. Fu tanta la vergogna che, se non lo avessimo trattenuto noi, sarebbe andato ad iscriversi nei Battuti Neri – disse in coro il paese.
Per chi non lo sa… Bianchi e Neri sono le due principali Confraternite di Canale, in competizione, da più di seicento anni.
La Confraternita dei Bianchi esiste a Canale da quando nacque in Italia la devozione al campione della fede: san Bernardino da Siena. I confratelli – oggi diremmo gli iscritti – alla Confraternita sono detti anche disciplinati o battuti perché un tempo, il giovedì Santo, in processione per le vie del paese, si flagellavano sulle spalle nude.
La tunica degli uomini era bianca, da qui il nome Battuti Bianchi, ed aveva un foro sulla schiena. Le donne invece erano vestite di giallo, e portavano un nastro bianco sul capo.
Dopo la processione, e dopo aver compiuto il rito della lavanda dei piedi tra loro, uscivano dalla chiesa con una grossa pagnotta di pane sotto il braccio. Era il segno che era finita la Quaresima!
A Natale i Bianchi tralasciavano altri impegni, pur di non mancare al canté rege delle Novene. Mentre cantavano, in latino, scambiavano uno sguardo con il paese di angeli affrescato sulla cupola della loro chiesa.
Non solo a Natale… anche alla Quarantore, alla Novena della tempesta e a quella dell’Annunziata. Il paese teme la tempesta, la siccità e la troppa pioggia. Forse i canti, i riti e le preghiere dei Bianchi le hanno tenute lontane da Canale per secoli.
Fino al 1965 non si è rinunciato al rito del gavé ‘l Crist. Si portava in processione tra le vigne un Cristo di legno con i capelli veri. Per dire “Lassù” che la terra ha bisogno di qualche goccia di pioggia, quando finisce l’inverno. Ma questa è un’altra delle mille e una storia di Canale.
Chi è andato in America lo sa. Il paese manca e ogni volta che torni trovi tante storie che ti raccontano il Roero, ed è per questo che desideri tornare.
Grazie a Corrado Quadro per la memoria di queste storie.
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R006, 10 maggio 2020, Canale