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Voce del Bel San Giovanni

Porta d'ingresso della chiesa di San Giovanni a Canale
Facciata della chiesa di San Giovanni a Canale

Gli interni e la facciata della chiesa. L’architettura risente dell’influenza di Guarino Guarini ed è il frutto dell’impresa umana e sociale dei Battuti Neri.

Foto d'epoca della facciata della chiesa di San Giovanni a Canale
Foto d'epoca dell'interno della chiesa di San Giovanni a Canale

Voce del Bel San Giovanni

È cosa nota e universalmente riconosciuta che la voce che suona più vicina e più spesso è la più ascoltata, e forse anche la più familiare. E benché il 6 giugno 1714 fosse una gioia per i confratelli con il saio nero traslocare nel Bel San Giovanni – nella propria chiesa, nuda e ancora priva di ogni addobbo – fu anche un dispiacere dover informare i fedeli della mancanza di voce con cui avveniva quel fatto. Mancò infatti la campana.

Andiamo con ordine. La voce della Confraternita di San Giovanni, i Battuti Neri, fu per secoli la campana che risuonò dall’alto del campanile della chiesa parrocchiale, in basso, tra le vigne di Canale nel Roero.

Prima del fatto – del trasloco nella bella nuova chiesa – la Confraternita dei Neri fu titolare della tribuna e dell’altare di San Giovanni nella chiesa parrocchiale.

Svolse qui l’insostituibile ruolo sociale dell’assistenza caritatevole a chi è nelle mani della morte, chi è condannato e chi cade in povertà. Fu amata dal paese, e fu necessaria.

Per far meglio della rivale Confraternita dei Bianchi, fece la gara del far del Bene. Duello che si combattè a suon di opere di carità, accoglienza, riti partecipati, opere d’arte e preghiere.

I confratelli condivisero, per circa cent’anni, la chiesa con il parroco, celebrando alcuni riti religiosi in autonomia.

Sette volte al giorno l’Angelus risuonò nelle strade, dalla campana mossa dai confratelli dei Neri. La leggerezza di una preghiera a Maria interruppe molte volte le dure giornata della vita rurale del Roero. I rintocchi convenzionali furono di competenza del parroco.

Qualche disputa, in quella coabitazione, fu inevitabile. Sacro e profano furono i termini del contendere? Oppure fu la rivalità del chi è il più ascoltato… e il più amato? Non è dato saperlo. E la campana, cosa c’entra con tutto ciò?

Sappiamo che nella loro vivace carità i Neri trasgredirono al Vescovo, che li rimproverò per il gioco a palla in chiesa e perché portarono nella navata attrezzi agricoli e animali.

Sappiamo che il vescovo Innocenzo Migliavacca, nel 1696, li autorizzò a usare il lascito del notaio Revetto per costruire un nuovo oratorio e la chiesa. L’eredità consisteva in una casa, sulle fondamenta della quale il parroco, don Carlevaris, posò la prima pietra della nuova sede della Confraternita: il Bel San Giovanni. La coabitazione era finita! Sulla pietra fu incisa la data: 1700.

Nei 14 anni successivi la Confraternita innalzò i muri e le volte. Non fu facile trovare le risorse per il cantiere. Usarono i mattoni dei bastioni e firmarono la rinuncia all’altare e all’oratorio nella chiesa parrocchiale, in cambio dei mattoni della Bellocchia (una casa che il Comune intendeva demolire per ampliare la piazza). Fu proprio in quella permuta, probabilmente, che i Neri persero la campana! Non era stato precisato se, con la tribuna e l’altare, era da intendersi anche la campana.

La nuova chiesa fu così bella che si meritò il nome Bel San Giovanni.

Andate a vederla, è una poesia di architettura, una sinfonia di colonne, cornici e linee curve. Non si conosce il nome del progettista, ma gli studiosi pensano all’influenza del grande Guarino Guarini.

Peccato che il secolo fosse ormai inoltrato: con l’invasione napoleonica la chiesa fu adibita prima a fienile, per le truppe reali, e poi a caserma per quelle francesi.

L’ultima messa risale agli anni ’30, era la mëssa djë sgnori, alle 9 della domenica.


L’eco dell’impresa sociale, umana e artistica dei confratelli della dei battuti Neri, detti anche della Buona Morte, arriva a noi grazie a Corrado Quadro.

La chiesa è un luogo simbolico, nel tempo della Pandemia. Ci chiede di fermarci, di ascoltare l’Angelus, e levare dalla schiena il peso di non aver accompagnato i defunti nelle ultime ore. Siamo rimasti noi senza voce. La loro musica è ancora viva.

Il Bel San Giovanni è un luogo apparentemente silenzioso. Ma se ascolti con attenzione, se conosci la storia di come fu realizzato, sentirai il calore umano e la voce di una delle Confraternite di Canale, i Neri, rivali dei Bianchi nella gara del fare del Bene.
PAROLE CHIAVE
LUOGO DELLA STORIA

DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO

R007, 10 maggio 2020, Canale

Roero Coast to Coast

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