- MUDI Alba
- Sistema Culturale Diocesano di Alba
Cappello fiorito e rami di sempreverde dei festeggiamenti di maggio.
Ridono tutti gli alberi a maggio, la natura si risveglia. Il pino scelto per la festa è stato addobbato di fiori e nastri e messo in braccio alla sposa di maggio. La bella ragazza con il velo bianco, il cappello fiorito in testa e le farfalle nello stomaco va a cantar di porta in porta per tutto il paese.
Non è sola, con lei altre ragazze in abito da festa fanno il giro, escono da sole, per una volta, e mentre replicano l’antica questua delle uova sorridono ai giovanotti.
Chissà quale di loro sarà lo sposo con cui divideranno la terra?
Hanno tempo fino al tramonto per saperlo giocando con quell’idea durante il rito di corteggiamento del canté magg.
Dopo il tramonto la questua delle uova toccherà ai maschi, ai musicisti e al fratucìn.
La bella ragazza con il cappello fiorito sa chi è il suo preferito. Le ragazze, tutte insieme, bussano a tutte le porte del paese e anche alla sua porta.
Il ragazzo, già lì, apre e lascia che il sole di maggio entri in casa. La ragazza con il cappello fiorito non perde tempo, non ci sarà più un’altra occasione come quella, e dopo qualche sorriso e saluto vince la sua timidezza e canta
Guardélo la coul giùvou / Cou l’a tant un bel coulùr / Guardélo ‘n coula fàcia / Smia un poumin d’amoùr.
Si diverte anche il pino addobbato, al centro di quel corteggiamento. Le ragazze offrono rami di sempreverdi alla famiglia e con l’energia vitale della primavera ripartono tutte insieme verso un’altra casa e un’altra porta.
Cala il sole. I ragazzi trasportano un grande albero addobbato in un posto in cui s’incrociano le strade e danno il via alla festa. Canti, bevute, risate, pantomime e balli intorno all’albero. La bella ragazza con il cappello fiorito balla con grazia finché fa cadere a terra il velo bianco illuminato dal fuoco.
Il ragazzo si precipita a raccoglierlo in punta di piedi, con gentilezza. Intorno la festa si fa più accesa e vivace. Nulla al confronto del ritmo dei sentimenti che il cantar di maggio ha acceso in quei due ragazzi.
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Si ringraziano i testimoni Silvana Volpe ed Elio Stona per le informazioni fornite.
Nel maggio del 1972 le ragazze del Gruppo Spontaneo ripresentano ai contadini di Magliano Alfieri, di Govone, di Castagnito e di Neive, la festa del Calendimaggio (canté magg), che darà poi il nome alla prestigiosa rassegna di canto popolare di Bergolo.
*Il verso è tratto dalle canzoni trascritti da Giovanni Battista Pio nella sua “CRONISTORIA DEI COMUNI DELL’ANTICO MANDAMENTO DI BOSSOLASCO” (1920).
Leggi altre due storie connesse a questa storia:
Il Gruppo Spontaneo https://visitmudi.it/storie/il-gruppo-spontaneo/
Cantè j’euv https://visitmudi.it/storie/cante-jeuv/
DATA E LUOGO DEL RILEVAMENTO
R090, 17 marzo 2022