La parola solidarietà deriva dal latino – solidus, ovvero solido – e passando dal francese, solidarité, viene ritrovata oggi, 21 febbraio 2022, mezza morta sulle sponde del terzo millennio, visibilmente ammaccata, lacerata in più punti, ferita e livida come un reduce di guerra.
Mi è giunta voce che un bambino del Novecento abbia conservato in tasca una versione prototipo, vitale e giovane, del termine solidarietà. Pare che il ragazzo, diventato adulto, stia di casa a Monteu Roero. Di segnalazioni così ne arrivano a bizzeffe qui ma, prima di arrendermi e celebrare il funerale del vocabolo, ho il dovere di interrogare quell’uomo e analizzare eventuali prove materiali presso la sua dimora.
L’uomo mi spalanca la porta e mostra i suoi tesori senza opporsi alle indagini. Trovo quanto segue.
- Una bandiera della SOCIETÀ COOPERATIVA PRINCIPE DEL PIEMONTE del 1907, dipinta su stoffa è posta in bella mostra in una cornice di legno. In alto è dipinto lo stemma della famiglia Roero, tre ruote portate in volo da un falco, in basso sono scritti i nomi di numerosi soci, suddivisi tra Fondatori, Onorari e Aggregati senza particolari gerarchie.
L’uomo interrogato afferma che si tratta di un esemplare unico e che, della suddetta Società Cooperativa non ci sono altre tracce, ricordi o informazioni. Mi appunto sul taccuino: chi ha cancellato le prove e perché? L’uomo, essendo l’unico ad averne conservata una copia, non è indiziato, ma qualcosa non torna. - Un’arrugginita pompa per spegnere incendi. L’oggetto è formato da un carretto dotato di una botte e di una leva, sicuramente servita per pompare l’acqua in caso di fiamme in paese. L’uomo afferma con sicurezza, prima di ricevere alcuna domanda, che il carretto servì per compiere azioni di solidarietà e di mutuo e reciproco aiuto tra persone della stessa comunità. Per avvalorare la sua tesi, che mi pare del tutto credibile e non avrei bisogno di ulteriori spiegazioni, estrae da un faldone una serie di documenti in ordine sparso. l’Atto costitutivo, con Statuto, di una SOCIETÀ COOPERATIVA DI MUTUO SOCCORSO, a responsabilità illimitata, CONTRO I DANNI DELL’INCENDIO, costituita tra gli agricoltori del comune di Monteu Roero il 27 marzo 1952. Un’assicurazione “di paese” contro gli incendi datata 1905, alle prime luci del Novecento! E poi un’ASSOCIAZIONE PREVINCENDIO creata dagli stessi abitanti del paese nel 1983 sulle fondamenta del Muto Soccorso.
Sono prove numerose e sufficienti, le metto via. Mi confermano un’ipotesi: nel Novecento, nonostante la distruzione inflitta in tutta Europa da due guerre mondiali, dal Fascismo e dal Nazismo, la brutale sentenza mors tua vita mea (la tua morte è la mia vita) non si era ancora fatta strada nella testa delle persone e non aveva annientato la cultura solidale italiana, contadina e mediterranea. - Una cartellina contenente gli unici documenti esistenti sulle vicende di un’OPERA PIA DEGIOANNI di Monteu Roero. Fondata nel 1858 per sussidiare giovani poveri, onde porli in grado di attendere allo studio di Legge, di Medicina e Chirurgia, del Notariato, Matematica, Farmacia e Veterinaria ed alla carriera Ecclesiastica… ed elargire doti a povere giovani. Il documento descrive le modalità di amministrazione, l’entità dei sussidi, le condizioni per l’ammissione. La solidarietà non è lasciata al caso o all’improvvisazione, ha invece un corpo vero e proprio fatto di norme, di ruoli, di beni e si muove in modo laico nella comunità e per la comunità, secondo principi sia dello Stato che della Chiesa. Le Opere Pie, spiega l’uomo con un po’ di non celata nostalgia, furono istituzioni confessionali finanziate da lasciti e testamenti. Costituirono già dall’Ottocento uno dei pilastri della solidarietà e nel Novecento furono la base dei servizi assistenziali e sociali italiani.
Tutti i reperti e i fatti rinvenuti mi convincono della vitalità della parola solidarietà detenuta dall’uomo. Il bambino che stavamo cercando, quello con la parola in tasca, sarà lui?
Sembra di vederlo, a testa in giù, che penzola appeso ad un cerchio di ferro. Non pensa alla possibilità di cadere ma al verde intenso del prato visto da quella insolita prospettiva. Arriva per primo ogni giorno, dopo aver fatto i compiti e aiutato in cucina, e aspetta il momento in cui a penzolare saranno in tre, o anche quattro, e l’attimo in cui qualcosa cadrà dalle tasche. Allora rideranno tutti insieme e sporgendosi e tenendosi a vicenda, raccoglieranno ciò che è volato giù tra pietre, senza scendere da quel trespolo. Da grande quel bambino, divenuto uomo, darà un nome indelebile a quel gioco, lo chiamerà solidarietà e terrà stretta quella parola in tasca, come si fa solo con i portafortuna e con le cose che ci hanno dato speranza da piccoli.
La storia è liberamente ispirata alla testimonianza di Mario Novarino, Presidente dell’Associazione Culturale e Turistica “Bel Monteu”, nata con lo scopo di promuovere e valorizzare Monteu e il territorio del Roero. Da sempre appassionato della storia e della cultura di questi luoghi, raccoglie ricordi e testimonianze di persone, ma anche documenti e immagini, provenienti da archivi pubblici e privati, spesso finiti sulle bancarelle dei mercatini. È Segretario dell’Associazione senza scopo di lucro ‘Monteu Solidale’, istituita nel 2014.